Il Mulino Colombo è situato lungo il tratto urbano del Lambro, in un contesto rimasto ancora celato alla vista dell'affrettato passante del centro storico della città. Esso costituisce una rara testimonianza di un'antica struttura produttiva che ha saputo conservare, pressoché integri, l'ambiente e l'attrezzatura consoni alla sua funzione tanto da permettere di leggere l'ultimo lavoro, in ordine di tempo, che vi si è svolto.
L 'edificio è già rintracciabile, con la denominazione di Mulino di San Gerardino, nelle mappe storiche di Monza. Il mulino è una “antica macchina”; la ruota idraulica ha la funzione di trasformare l'energia cinetica dello scorrere dell'acqua del fiume in energia meccanica. Proprio per meglio utilizzare la forza dell'acqua, la struttura era inizialmente costituita da due fabbricati allungati, originariamente distaccati, costruiti lungo il corso del Lambro, che in quel punto si suddivideva in tre rami. Nello spazio tra i due edifici, denominato gora, erano inserite le ruote.
Nel 1987, Antonietta Colombo dona al Comune di Monza i due locali del frantoio. Già da alcuni anni, lei stessa ne consentiva la visita alle scolaresche. Con la cessione desidera preservarne la memoria e si assicura la frequentazione pubblica dell'edificio.
La donazione è stata resa possibile dall'impegno e dall'interessamento del Museo Etnologico Monza e Brianza, che fin dall'inizio ne è stato il promotore. Nel 1989 il Comune di Monza ha provveduto al restauro dell'edificio che dopo pochi anni è stato dato in gestione al Memb stesso perché ne usufruisca per attività culturali e didattiche.
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