Orari di apertura del museo: Colombo: mar. gio e dom. 10.00/12.30 ; mer. 16.00/18.30 --> Orari apertura Sede: mar. e gio. 9.00/12.30

Villa Reale Monza

Viale Brianza, 2

Artigianato

La costante attenzione del Museo per la Brianza che lavora, non poteva trascurare tutti quei mestieri che sono scomparsi o vanno scomparendo, perché non più richiesti, perché divenuti antieconomici oppure semplicemente perché non sono stati tramandati e si sono perduti con la scomparsa degli artigiani che li esercitavano. Anche il lavoro più umile contiene la dignità della fatica e il patrimonio dell’esperienza. Conservarne la memoria attraverso le parole, le foto, gli oggetti significa conservare la storia della vita quotidiana e la cultura del nostro passato.
Da sempre l’uomo ha dovuto fare a mano, con l’aiuto di rudimentali attrezzi o di semplici macchine, tutto quanto gli serviva per la vita quotidiana: utensili, mobili, attrezzi per il lavoro, oggetti per il diletto, mezzi per il trasporto dei prodotti della terra o altro.
Dopo il Mille, con il prevalere della città sulla campagna e l’aumento della popolazione, si creano tutte le attività della vita legate ai mercati cittadini e agli scambi. I mestieri sono tanti (sellaio, fabbro, lampionaio, arrotino, falegname, sarto, calzolaio, venditore di latte, lavandaia ecc.) e di molti se ne fa una vera e propria professione. Nasce “l’artigiano” ossia colui che svolge un particolare lavoro con arte. E’ un lavoratore indipendente che esercita una professione nella propria bottega e con strumenti propri, da solo o aiutato da pochi. Riceve le materie prime occorrenti alla professione e vende i prodotti.
Al Museo Etnologico Monza e Brianza sono pervenuti molti strumenti e oggetti usati dagli artigiani e dai contadini di un tempo: attrezzi agricoli, strumenti di misura delle prime industrie meccaniche della città, arnesi del calzolaio, attrezzi da falegname, le spadine della Sperada forgiate a mano da un orefice specializzato, o i pezzi dell’ultima bambolaia, che si prendeva cura di restaurare le bambole, di rivestirle, di sostituire occhi e capelli e di ridare così il sorriso a tante bambine.