Pierina Colombo, bambolaia in Monza dagli anni Trenta. La sua bottega, in via Italia rimase aperta fino al 1978. Era frequentata da mamme e bambine ansiose di rivedere integre le proprie bambole, compagne di giochi felici, tenere confidenti di segreti e sogni.
Pierina Colombo per tutta la vita, con grande professionalità, precisione, pazienza e amore si dedicò a questa particolare attività oggi scomparsa.
Attraverso i giochi si può raccontare la storia di un territorio e delle persone che l’hanno abitato: le bambine crescevano accudendo le proprie bambole. Sono a volte grandi come bambine e abbigliate con raffinati vestiti ricamati, bambole giocattolo, simbolo dell’infanzia o ricordo della moda di un’epoca, degli usi e di una atmosfera un po’ passata, bambole in stoffa da imbottire o in carta da ritagliare. Anche l’evoluzione tecnica dei materiali è ampiamente rappresentata dalle bambole del Museo: dalla porcellana lucida, al biscuit, alla porcellana opaca che imita il colore diafano della pelle fino alle bambole in composizione (cartapesta, colla e gesso) o in celluloide (tipiche quelle con il logo della tartaruga della tedesca “Rheinische Gummi und Celluloid Fabrik Schultz Marke”), tolte dal mercato a causa della facile infiammabilità.
Componenti di bambole da montare, accessori e attrezzi di lavoro tratti dal laboratorio in via Italia di Pierina Colombo, chiuso nel 1978. Donazione Pierina Colombo attrezzi di lavoro laboratorio di Pierina Colombo, chiuso nel 1978. Donazione Pierina Colombo Occhi di bambole dal laboratorio in via Italia di Pierina Colombo, chiuso nel 1978. Donazione Pierina Colombo Pezzi di bambole trovati nel laboratorio di Pierina Colombo, chiuso nel 1978. Donazione Pierina Colombo Pezzi di bambole trovati nel laboratorio di Pierina Colombo, chiuso nel 1978. Donazione Pierina Colombo